Alessandro Bordini: il giro del mondo senza l’uso della vista

 

Alessandro ha 28 anni, è di Verona e quattro anni fa, in seguito ad un incidente di paracadutismo, ha perso la vista. Dopo un lungo periodo di riabilitazione decide di mettersi in cammino e fare il giro del mondo da solo, contando sull’aiuto e la solidarietà delle persone che incontrerà. Nasce così “Light the Planet” il progetto che sta tuttora accompagnando Alessandro attraverso continenti e oceani a dimostrazione del fatto che gli umani sanno essere solidali. Con lui solo un IPhone e la voglia di farcela.

 

Alessandro Bordini

Alessandro Bordini

1) CIAO ALESSANDRO, QUANDO SEI PARTITO E CHE PAESI HAI VISITATO FINORA?

Sono partito dall’Italia 6 mesi fa, ho attraversato Francia e Spagna per entrare in Africa dal Marocco. Percorrendo la costa atlantica sono sceso fino al Sudafrica via Benin e Congo, costretto a saltare alcuni stati per problemi di visto. Sono poi risalito lungo la costa indiana viaggiando sempre via terra tranne nel passaggio tra Kenya ed Etiopia dove ho dovuto prendere un volo per motivi burocratici di visto. Arrivato in Egitto, dopo aver attraversato 25 paesi africani, sono andato in Germania dirigendomi verso est. Una volta raggiunta Praga ho iniziato a scendere verso sud in direzione Turchia, da dove proseguirò per l’Asia.

 

2) QUALI MEZZI DI TRASPORTO UTILIZZI  E, SOLITAMENTE, DOVE ALLOGGI? 

In Africa ho viaggiato in treno solo in Marocco, tutti gli altri stati li ho attraversati con autobus o taxi collettivi- Gli autobus sono sempre abbastanza comodi. In Europa invece, finora, ho utilizzato treni e pullman che si equivalgono per quanto riguarda prezzi, tempistiche e comfort.  Per quanto riguarda gli alloggi, in Europa ci sono ostelli a prezzi accessibili, anche 10 euro, ma se trovo ospitalità, ben venga!  Ho viaggiato anche con Couchsurfing nella prima parte del viaggio poi ho abbandonato perché credo che lo spirito non sia più quello originario. L’ho utilizzato fino al Benin; non avendo mai viaggiato prima in Africa, credevo che non avrei potuto farne a meno poi invece ho scoperto che è molto più semplice di quanto pensassi. Nella seconda parte del viaggio ho fatto incontri più spontanei e genuini.

 

3) IL PROGETTO “LIGHT THE PLANET” USUFRUISCE DI QUALCHE FORMA DI FINANZIAMENTO/SPONSORIZZAZIONE OPPURE SOSTIENI LE SPESE DI VIAGGIO IN MANIERA AUTONOMA?

Tramite il sito esiste la possibilità di fare donazioni anche se, finora, non è arrivato molto. Non ho cercato nessuno sponsor perché volevo che lo spirito del mio progetto andasse sempre nella stessa direzione. Ho preferito decidere di viaggiare con più restrizioni senza dover sacrificare lo spirito originale per scopi puramente commerciali o comunque legati all’esigenza di qualche sponsor. Preferisco fare con le mie forze.

 

4) IL CONCETTO DI SOLIDARIETA’ CHE HA STIMOLATO LA NASCITA DEL TUO PROGETTO è SUPERIORE O INFERIORE, AL MOMENTO, ALLE TUE ASPETTATIVE?

Sono partito molto ottimista ma senza idee relative a quello che avrei potuto trovare a livello pratico e, devo dire che finora sono piacevolmente sorpreso. Pensare il progetto e realizzare che ho già attraversato 25 stati africani aiutato dalla gente che ho incontrato sono due cose diverse. Sono molto soddisfatto di quello che sta avvenendo.

 

5) UN EPISODIO SPECIALE DI SOLIDARIETA’?

Quando sono arrivato a Belgrado in treno non ero ben organizzato, non sapevo bene come muovermi, il treno in ritardo, le dieci di sera, affamato. Inoltre pioveva, non c’erano quindi le condizioni ideali per mettermi a girare da solo per strada. Due ragazzi appena conosciuti, non solo mi hanno accompagnato all’ostello ma mi hanno anche offerto la cena. Il giorno dopo mi hanno accompagnato a cambiare il denaro e mi hanno offerto nuovamente il pranzo. Hanno reso il mio soggiorno a Belgrado davvero speciale e capita spesso.

 

6) SI SONO VERIFICATI, INVECE, CASI DI NON-SOLIDARIETA’ NEI TUOI CONFRONTI?

Le situazioni meno piacevoli sono legate agli incontri con la polizia locale africana: l’abitudine alla “mazzetta” è ancora abbastanza diffusa. A volte sono stato bloccato con l’intento di ricavarne qualcosa ma non ho mai ceduto.

 

7) PARLANDO DELLA TUA ESPERIENZA IN AFRICA: COM’ERA UNA TUA GIORNATA “TIPO”?

Lo standard era quello di arrivare al giorno dopo, giusto per assecondare lo spirito di vita africano. Comunque ogni volta che attraversavo una frontiera, la prima cosa che facevo era cambiare il denaro, acquistare una scheda sim locale per avere la copertura durante il soggiorno ad un prezzo accettabile. Poi c’era l’incontro con le persone che si proponevano di aiutarmi, mi chiedevano di cosa avessi bisogno: un taxi, un ostello o altro. Le persone in Africa ti vengono semplicemente incontro chiedendoti come possono aiutarti, con alcuni particolarmente disponibili potevo uscire anche la sera o passare comunque del tempo insieme.

 

Alessandro Bordini in Africa

Alessandro Bordini in Africa

8) VIAGGIARE E’ ANCHE UN’ESPERIENZA DI FIDUCIA: IN CHE MODO DECIDI DI FIDARTI DELLE PERSONE CHE INCONTRI?

Sono convinto che il nostro cervello condizioni la realtà che ci circonda: se sono ottimista e positivo e sono convinto di incontrare persone altrettanto positive e ottimiste, è quello che probabilmente mi accadrà. Questo mi da già molta tranquillità. Poi  a seconda della voce, del modo di fare delle persone, riesco a percepire sensazioni che mi permettono di decidere se restare o cambiare strada.

 

9) PRIMA DELL’INCIDENTE DI PARACADUTISMO AVEVI FATTO ALTRI VIAGGI?

Prima dell’incidente la mia grande passione era proprio il paracadutismo che affrontavo con lo stesso entusiasmo con cui sto vivendo questo lungo viaggio. Prima di allora, però, non ero mai uscito dall’Europa e non avevo idea di cosa fosse un visto.

 

10) COME PERCEPISCI I CAMBIAMENTI DA UN PAESE ALL’ALTRO? 

A questa domanda sarò in grado di rispondere in maniera più esaustiva alla fine del viaggio. Finora ho viaggiato prevalentemente in Africa dove molto si percepisce anche dalle differenze linguistiche: francese, inglese, portoghese. Paesi mussulmani o cristiani. Per quanto riguarda l’ospitalità non ho recepito grandi differenze. Una cosa che mi è rimasta particolarmente impressa è il modo in cui le persone chiamavano il taxi: a volte soffiavano, a volte fischiavano, altre volte ancora sembrava che mandassero dei baci. Era divertente cogliere questa differenza.

 

11) UNA DELLE TEORIE DI BRUNO MUNARI, FAMOSO DESIGNER, FORNISCE MOLTI ELEMENTI  SUL RECUPERO DEL SENSO DEL TATTO, SU COME DOVREMMO RIAPPROPRIARCI DELLA CAPACITà DI GUARDARE ANCHE CON LE MANI. QUAL E’ LA TUA OPINIONE?

Si, credo che bisognerebbe ricominciare a vedere anche con olfatto, udito e gusto. Io sto forzatamente sperimentando tutti gli altri sensi. La società moderna si basa sulla vista, senso estremamente potente di cui spesso, però, si abusa e di conseguenza gli altri sensi ne soffrono. Come esseri umani saremmo molto più potenti se recuperassimo l’uso di tutti i nostri sensi. Personalmente mi sto rendendo conto che solo con l’uso dell’udito o dell’olfatto riesco a capire, per fare un esempio, com’è fatta una strada. A Bratislava ho raggiunto un ristorante indiano facendo uso dell’olfatto. Sono rimasto stupefatto io stesso.

 

12) IN CHE MODO MEMORIZZI LE TUE EMOZIONI?

Ho un diario su cui annoto dei punti di riferimento ma mi rendo conto che, al momento, è tutto profondamente ancorato alla mia memoria.

 

13) IL TUO ITINERARIO DI VIAGGIO E’ GIA’ PRESTABILITO OPPURE IMPROVVISI?

A grandi linee l’itinerario è già stabilito senza essere però rigido. Potrò cambiare destinazione in qualsiasi momento in base a consigli che mi vengono dati dagli abitanti locali o da altri viaggiatori.

 

14) COME TI DOCUMENTI SUI PAESI CHE DECIDI DI VISITARE?

Di solito mi informo qualche giorno prima attraverso Internet, oppure chiedo alle persone del luogo: mi piace molto fare riferimento agli abitanti locali.

Alessandro Bordini

Alessandro Bordini

 

15) DA ITALIANO, COM’E’ ANDATA FINORA CON I CIBI LOCALI?

Diciamo che sto facendo esperienze! Prima di partire ero vegetariano ma in Africa ho dovuto adattarmi a mangiare carne e pesce perché difficilmente si riesce a reperire altro.

 

 

16) TI E’ CAPITATO DI INCONTRARE ALTRI VIAGGIATORI SULLE TUE ROTTE?

Non ho incontrato altri viaggiatori nella prima parte del viaggio , fatta eccezione per una donna americana che ho incontrato in Sierra Leone. E’ stato divertente perché mi ha sempre preceduto di un paio di giorni fino alla Costa D’Avorio, aprendomi in qualche modo la strada e fornendomi informazioni utili. Poi le nostre strade si sono divise. Sono stato invece a Zanzibar con un ragazzo americano mentre in Sudan ho conosciuto due ragazzi cileni che viaggiavano in bicicletta dal Sudafrica al nord. Siamo entrati in Egitto insieme.

 

17) QUANDO FINIRA’ IL TUO GIRO DEL MONDO?

Il rientro è previsto per settembre 2014 ma se avrò ancora molta energia a disposizione potrò anche decidere di prolungarlo un pò!

 

18) SEI CONSAPEVOLE DEL FATTO CHE LA TUA IMPRESA ENTRERA’ NELLA STORIA?

Il futuro non sono in grado di percepirlo, sono concentrato sul presente ed ho voglia di vivere solo il presente. Ogni tanto mi piace fantasticare su quello che potrebbe essere il futuro ma voglio lasciarmi il gusto di vivere il presente completamente, così come vorrò vivermi il futuro quando sarà il momento.

 

Se volete seguire o sostenere Alessandro nel suo lungo viaggio intorno al mondo visitate il suo blog Light The Planet !

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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