Enrico Gremmo: in viaggio da 4 anni senza data di ritorno

Enrico Gremmo, nasce nel 1980 a Biella, ai piedi delle Alpi. Le sue passioni sono sempre state orientate per la vita a contatto con la Natura, prevalentemente escursioni in montagna, con gli amici o in solitaria. Negli ultimi anni, prima di iniziare a girovagare, ha lavorato nelle vigne e come giardiniere. Ora è in viaggio da 4 anni con la sua bicicletta, e per altri 2 o 3 non tornerà a Biella.

 

Enrico Gremmo

Enrico Gremmo

A CHE ETA’ HAI INIZIATO A MUOVERE I PRIMI PASSI COME VIAGGIATORE?

Ho avuto la fortuna di iniziare a viaggiare fin da piccolo, con mia madre, e questa, sicuramente, e´ stata l’ incubazione del virus “zaino in spalla”. Da adolescente poi ho intrapreso, con gli amici, alcune brevi vacanze in Europa, il più delle volte in treno. Anche una sana ossessione per le  mappe e per la Natura hanno influito molto.

 

AVEVI GIA’ FATTO ESPERIENZE DI VIAGGIO IN BICICLETTA?

Si, la prima era stata con un caro amico, una vacanza di 2 settimane percorrendo il Cammino di Santiago, nel 2003. Grazie a quell’ esperienza ho scoperto la bellezza del viaggiare su due ruote. Tra il 2007 e il 2008 ho viaggiato in solitaria per l’ Europa e mi sono fermato alcuni mesi ad Edimburgo, per finanziare il mio viaggio. Un lungo giro che mi ha fatto capire di non avere più timore delle lunghe distanze. Piano piano, anche con una bici, si può arrivare ovunque.

 

NELL’APRILE 2010 SEI PARTITO DA BIELLA IN DIREZIONE GIRO DEL MONDO, TU E LA TUA BICICLETTA: QUAL è STATA L’ESIGENZA CHE TI HA MOTIVATO?

Dopo il viaggio in Europa, per un momento, ero soddisfatto di quello che avevo vissuto ma, l’ appetito vien viaggiando….. Diciamo che non mi sentivo ancora pronto per rinunciare ai miei sogni e rimanere intrappolato nei doveri della società. La mia più grande paura e’ diventare vecchio e rimproverarmi: “avrei potuto provarci”. Cosi’ ho rifatto le borse, sono ripartito e ora ci sto provando.

 

IL PRIMO OBIETTIVO ERA IL GIAPPONE: CHE ROTTA HAI SEGUITO?

Lasciando l’ Italia sono entrato in Slovenia, Ungheria e Ucraina. Arrivato a Kiev ho subito un infortunio al tendine che mi ha costretto ad una lunga sosta e a prendere la decisione amara di dover salire sui treni attraversando Russia e Kazakistan. A Barnaul, Russia centrale, ho ripreso a pedalare e attraversando l’ Altay sono entrato in Mongolia; poi la Cina, e da Vladivostok, Russia, con un traghetto sono arrivato in Giappone. A Kiryu, città gemellata con la mia, ho deciso di giocare a carte scoperte dicendo a tutti le mie vere intenzioni sul piano di rientro. Infatti all’inizio di questo viaggio avevo dichiarato che sarei stato via solo 6 mesi, il tempo necessario per arrivare in Giappone, appunto. E’ stato più facile salutare gli amici per qualche mese piuttosto che per qualche anno….

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POI DOVE TI SEI DIRETTO?

Sono ritornato in Cina, a Shanghai e mi sono diretto verso il Nord del Vietnam. Poi Laos, Cambogia, Tailandia, Malesia, Indonesia (Sumatra, Jawa e Bali). Con un aereo ho raggiunto Darwin, in Australia, dove sono rimasto per circa 15 mesi, periodo in cui ho anche lavorato. il percorso nella grande isola e’ stato da Darwin a Sidney passando per la costa West. Dopo di che sono arrivato a Christchurch, in Nuova Zelanda e dall’isola del sud mi sono spostato in quella del nord fino ad Auckland dove, con un aereo, sono arrivato in Argentina. Dopo un inverno trascorso da un caro amico a San Francisco de Cordoba ho ripreso il viaggio, dirigendomi verso la Tierra del Fuego, e da Ushuaia sono arrivato fino qui, Santiago, zigzagando tra Argentina e Cile, nella Cordillera meridionale.

 

DA QUANTO TEMPO SEI IN VIAGGIO E QUANTO TI SEPARA DAL TRAGUARDO FINALE?

Sono in viaggio da circa 4 anni e me ne mancano ancora 2 o 3. Non posso sapere di preciso, sto inseguendo una rotta che ho immaginato da anni; comunque sono flessibile sul percorso e, soprattutto, sulle tempistiche.

 

IN BASE A COSA DECIDI QUANTO TEMPO FERMARTI IN UN LUOGO PIUTTOSTO CHE IN UN ALTRO?

Dividiamo le soste in lunghe e brevi: le prime sono dettate dal fattore climatico. Per evitare di pedalare durante le stagioni indesiderate mi fermo in un luogo e generalmente cerco un lavoretto. Per soste brevi, invece, intendo quelle di qualche giorno durante un  intenso periodo di spostamento.

La decisione e’ dovuta a fattori casuali: il feeling che provo quando arrivo in un luogo, oppure conosco qualcuno che può ospitarmi per un pò di tempo.

 

HAI INCONTRATO UN PAESE, FINORA, IN CUI TI SEI DETTO “QUI POTREI VIVERCI PER SEMPRE”?

Ho visitato posti stupendi e conosciuto tante buone persone. Ho collezionato centinaia di luoghi che avrei voluto conoscere meglio o viverci  per un periodo più lungo, ma non ho più il concetto di “per sempre”. Non riesco a stare fermo in un posto.

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COME FINANZI I TUOI SPOSTAMENTI? LAVORI OCCASIONALI OPPURE SEI SOSTENUTO DA QUALCHE SPONSOR ?

Ho qualche sponsor che mi sta aiutando economicamente oppure offrendomi dei servizi. Ogni tanto lavoro, per ora e’ successo in Australia, Nuova Zelanda e Argentina. Lavorare mi permette anche di conoscere meglio un luogo, le sue persone e la cultura. Inoltre ho bisogno di fermarmi ogni tanto.

 

 

QUANDO TI FERMI COME TI ORGANIZZI PER I PERNOTTAMENTI?

Cerco di trovare un posto gratis o il più economico possibile. Pagare per dormire e’ un lusso che non sempre posso permettermi, mi porta fuori budget. Nelle grandi città non faccio campeggio libero, in un parco per esempio;  incontro spesso, però, qualcuno che mi ospita oppure utilizzo Couchsurfing e Warmshower dove il genuino senso di ospitalità viene  organizzato online. Fuori dalle grandi città tutto diventa più semplice, c’e’ sempre un posto per piazzare una tenda!

 

SONO MOLTI GLI INCONVENIENTI LEGATI ALLA MANUTENZIONE DELLA BICICLETTA OPPURE MENO DI QUANTO SI POSSA PENSARE?

Generalmente non molti, più si e’ organizzati e meno si hanno inconvenienti tecnici, specialmente quando si attraversano zone desolate. Con qualche pezzo di ricambio e un po’ di manualità si risolvono quasi tutti i problemi. In casi estremi, il bello della bici e’ che si può sempre caricarla facilmente su un mezzo per raggiungere la più vicina città e un meccanico.

 

QUAL E’ L’ASPETTO, DI QUESTO LUNGO VIAGGIO, CHE HA RICHIESTO IL MAGGIOR SPIRITO DI ADATTAMENTO?

Ci sono aspetti culturali ed ambientali totalmente diversi da quelli a cui ero abituato. Per adattarsi all’aspetto ambientale basta osservare come vivono i contadini o gli abitanti locali. Per l’aspetto culturale, per esempio in Asia, tutto e’ diverso e il concetto che hanno di spazio mi ha un po’ stravolto, all’inizio, quando la pensavo ancora da ‘viso pallido’.

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COME CAMBIA LA PERCEZIONE DEL TEMPO QUANDO NON SI E’ INSERITI IN UN “ANDATA E RITORNO” DI BREVE DURATA?

Non mi sembra di essere via da 4 anni, effettivamente e’ come se avessi staccato la “spina”  con i ritmi del passato. Seguo il Sole e i ritmi delle sue stagioni. Anch’io, però, non ho un tempo illimitato, quindi qualcosa devo perdermi, non sono più interessato a correre per visitare tutti gli ‘high lights’ di un Paese. Cerco di dare più importanza a come vivo il presente godendomi anche le piccole cose che la vita quotidiana mi offre, consapevole che ho la fortuna di aver scelto di sfruttare come voglio il mio tempo.

In poche parole TIME dei Pink Floyd e a tutto volume!!!!

 

QUALCOSA CHE, TUTTORA, TI SORPRENDE DI QUESTO LUNGO VIAGGIO?

Quanto sia facile incontrare gente buona, di cuore, disponibile ad aiutare un forestiero.

 

QUANTO SPAZIO LASCI ALL’IMPROVVISAZIONE ALL’INTERNO DI UNA TUA GIORNATA ‘TIPO’?

Giornata ‘tipo’ significa di viaggio. Ovvero: smontare le tenda, colazione e via verso un obiettivo giornaliero prestabilito e dettato dalle esigenze più basilari: acqua e cibo che ´posso incontrare lungo il percorso, un posto sicuro per la notte. Ma tutto questo e’ già improvvisazione perche’  generalmente ogni metro di strada per me e’ sconosciuto. Comunque cerco di fare   scorte il più possibile, così posso improvvisare , appunto, senza costringermi a dover seguire troppo il contachilometri.

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C’E’ QUALCOSA CHE TI MANCA DELLA TUA VITA IN ITALIA?

I familiari, la “vecchia guardia”, le montagne e i miei boschi. Ma un giorno ritornerò, e ritroverò le mie certezze.

 

QUANTO E’ IMPORTANTE LA SOLITUDINE IN UN’ESPERIENZA DI QUESTO TIPO?

Penso che ci siano due tipi di solitudine: quella nella natura e quella tra la gente. Nel primo caso, la solitudine e’ molto importante e fa bene perche’ amplifica le emozioni che vivo (peccato non essere in grado di trasmetterle a qualcuno poi….). La solitudine tra la gente, invece, fa male, molto male, ma raramente mi accade. E’ capitato alcune volte in paesi asiatici dove ho avuto problemi di comunicazione. Viaggiando in bicicletta e´difficile passare inosservati, c’e’ sempre qualche curioso che anche solo con un sorriso o una battuta mi fa sentire come se fossi a casa mia.

 

POTRESTI DIRMI, IN UN’UNICA PAROLA, LO STATO D’ANIMO DI QUANDO PEDALI E HAI TUTTO IL MONDO INTORNO?

Vivere.

SE VOLETE SEGUIRE ENRICO NEL SUO LUNGO VIAGGIO :

www.bikingtour.it

www.facebook.com/pages/Enrico-into-the-World

 

 

 

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