10 citazioni per viaggiare

10 citazioni per viaggiare“Se la nostra esistenza si svolge all’insegna della ricerca della felicità, forse poche cose meglio dei viaggi riescono a svelarci le dinamiche di questa impresa. […] Veniamo così inondati di consigli sul dove, ma poco o nulla ci viene domandato circa il come e il perché del nostro andare. Eppure l’arte di viaggiare pone una serie di interrogativi nient’affatto semplici o banali, e il cui studio potrebbe modestamente contribuire alla comprensione di ciò che i filosofi greci indicavano con la bella espressione eudaimonia, ovvero felicità”    Alain De Botton   “L’arte di viaggiare”

“Il viaggiatore riunisce in sé il gusto per il movimento, la passione per il cambiamento, il forsennato desiderio di mobilità, la viscerale incapacità di inserirsi in una comunione gregaria, la violenta pulsione all’indipendenza, il culto della libertà e la passione per l’improvvisazione delle minime azioni e dei fatti che lo riguardano.”     Michel Onfray   “Filosofia del viaggio”

“[…] tuttavia, gli stessi disagi, sono la condizione della conoscenza. Quel che dice Bergson a proposito degli occhi, che sono l’organo ma anche l’ostacolo per la vista, vale anche per i disturbi da viaggio. Essi possono inibire e impedire l’esperienza del viaggio, ma ne sono la base imprescindibile. Come sono in ogni viaggiatore cosciente la base di uno sguardo onesto e consapevole. E’ ora di finirla con l’illusione del mondo facile e accessibile. Viaggiare, capire il proprio viaggio e il luogo e gli incontri e il clima e la cultura e la gente implica uno sforzo e una fatica non sempre premiata, nonché accettare che il malessere sia una cifra della nostra curiosità e apertura”.    Franco La Cecla  “Jet-lag. Antropologia e altri disturbi da viaggio”

“Che la mia mente si fosse sviluppata in seguito a ciò che avevo fatto durante questo viaggio appare probabile per una cosa che mi disse mio padre, che era l’osservatore più acuto che abbia mai conosciuto; la prima volta che mi vide dopo il viaggio, si voltò verso le mie sorelle ed esclamò: “Guarda guarda, la sua testa ha decisamente cambiato forma”.    Charles Darwin  “Autobiografia”

“Il primo gesto di ogni vero viaggio ha qualcosa di lento. Non credete a chi si mostra deciso, privo di dubbi e incertezze. Nasconde sensazioni incomprensibili e contraddittorie. Lui stesso non vuole crederci: ha sognato e desiderato per mesi questo momento e ora come è possibile che non voglia più partite? E’ qualcosa di inspiegabile. Nasconde, dietro il sorriso, una stanchezza improvvisa, un indefinibile senso di solitudine. Nella sua testa stanno passando, come cavalli al galoppo, mille sagge ragioni che suggeriscono di non andare. La partenza è un momento di fine e inizio. E’ necessario, credetemi, trovare coraggio”.    Andrea Semplici  “In viaggio con Kapuscinski. Dialogo sull’arte di partire”

“Per me il viaggio comincia quando si va a piedi. Il volo aereo, il treno, la nave non sono ancora viaggio, ma spostamenti del corpo dentro un imballaggio. Viaggio è quando partono i piedi all’aria aperta. Viaggio è il cammino del pellegrino verso il suo santuario. Viaggio è la migrazione di miriadi di esseri umani da un continente all’altro […] A piedi ci si inoltra nel paesaggio altrui alla lentezza giusta. E conta anche il valore della stanchezza per gustare un cibo locale, un sorriso del posto. […] A piedi è chiedere permesso”.    Erri De Luca   “Le stelle tra i piedi”

“Imparammo in seguito a modificare e ridurre il nostro equipaggiamento per il viaggio, e trovammo che il nostro benessere reale e la nostra efficienza pratica crescevano in proporzione diretta alla sua semplicità e all’apparente mancanza di oggetti supposti necessari. Passo a passo, finché durò il nostro servizio artico, continuammo a ridurre l’equipaggiamento delle slitte, fino a raggiungere il grado ultimo eschimese della semplicità; carne cruda e un sacco a pelo di pelliccia”.    Elisha Kent Kane  

“Forse il viaggio, tramite l’osservazione di ciò ch’è ovvio e ordinario, può essere una terapia, un mezzo per far si che l’occhio esterno apra quello interno. I vecchi segnali presso gli attraversamenti incustoditi dei binari ammonivano: fermati, guarda, ascolta. E’ ciò che Whitman ha definito: il profondo insegnamento alla ricezione”.    William Least Heat-Moon   “Strade blu”

“Si chiama dromomania, la malattia che induce chi ne è afflitto a vagabondare senza mai fermarsi, spinto dall’abnorme, irrefrenabile impulso a rifuggire ogni tipo di sedentarietà. Ma gli americani preferiscono usare una parola meno arida, una parola splendida e intraducibile, per illustrare questa condizione: è wanderlust, termine composto da wander, vagabondare e lust, ossessione, desiderio”.   Alex Roggero   “La corsa del levriero”

“Andare in vacanza non è solo una nozione impartita all’interno di un dato curriculum o di un misterioso ordine del giorno. E’ anche una storia di emancipazione, di esplorazione di nuove possibilità e di imprese ardite. Se i turisti di oggi non si accontentano più del sole e delle guide turistiche, la storia ci insegna che molti vacanzieri sembrano non essere mai contenti […] L’inquietudine, la frustrazione e la noia fanno parte della ricerca della grande esperienza personale. Un desiderio strano, spesso insaziabile di trascendenza conferisce al turismo un elemento di religiosità secolare, una ricerca di quella realizzazione che ci aspetta là da qualche parte, nei luoghi dell’altrove. Non appena la vacanza è terminata, cominciamo a sognare la successiva: la vacanza perfetta.”   Orvar Lofgren   “Storia delle vacanze”

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