Viaggiare leggeri è simbolo di autostima?

“Questo lo porto. Questo pure. Questo non posso proprio lasciarlo a casa…”

Inizia più o meno così la pratica alla quale non si può sfuggire prima di ogni partenza, che sia di un giorno, di qualche mese o di un numero imprecisato di anni. Davanti a noi una valigia, uno zaino vuoto, uno spazio ristretto da riempire con ciò che riteniamo indispensabile. Sembra solo un oggetto più o meno funzionale al trasporto di cose ed oggetti di varia natura. In realtà il bagaglio che ci portiamo dietro parla molto di noi e delle nostre paure.

 

Che cosa è una valigia e che cosa ha a che fare con l’autostima?

 

La valigia è il contenitore col quale ci mettiamo in viaggio. Diventa la nostra appendice, tutto quello che ci mettiamo dentro ha a che fare con la nostra identità. Non è un caso che si abbia paura di perderla, smarrirla, scambiarla con quella di altri. All’interno, il nostro corredo simbolico, una piccola cassaforte di aspetti interiori che sotto altra forma (maglie, pantaloni, calzini, scarpe e quant’altro) rappresentano il modo in cui intendiamo affrontare la parte di ignoto che ogni viaggio ci costringe a vivere.

 

franco la cecla citazione

 

Misteriosamente, più si viaggia più il bagaglio si assottiglia. I viaggiatori a lungo termine, quelli che stanno in giro per mesi o anni hanno sulle spalle un carico leggero, sanno che il movimento richiede leggerezza e hanno imparato a separarsi dalle cose spostando l’attenzione sulle emozioni, alla ricerca di nuovi punti di vista. Banalmente non amano portare sulle spalle quel peso da cui ci si vorrebbe separare proprio quando si decide di partire: abitudine, routine, sicurezza, comodità, dipendenza.

 

Viaggiare aumenta la fiducia in se stessi, non tanto perché possiamo andare da A a B e tornare sani e salvi quanto perché possiamo affrontare quel che succede tra A e B, quell’insieme di imprevisto e imprevedibile, grazie a capacità organizzative, improvvisazione e autonomia. Ogni ritorno a casa ci trova cambiati, disposti ad aumentare la conoscenza dei nostri limiti, delle nostre certezze, vere o false che siano. il bagaglio è parte di esse, fare una valigia che assomiglia a un trasloco significa non essersi ancora liberati dell’abitudine a pensarci ‘così come siamo a casa’ e non essersi ancora appropriati dell’immagine di noi ‘così come siamo in giro per il pianeta’. 

paolo rumiz citazione

 

Se partiamo pesanti è perché pensiamo di non farcela, immaginiamo di non farcela senza tutto quello che, fino al ‘pericolo rottura’ delle zip della valigia, riversiamo dall’armadio di casa alle nostre spalle.

Se partiamo leggeri è perché invece pensiamo di farcela, immaginiamo di farcela, sappiamo che ce la faremo senza tutto quello che lasciamo ad aspettarci nell’armadio e che al nostro ritorno, ci ritroverà spiumati, strigliati, prosciugati. Con meno bisogni e una maggiore stima di noi.

Come dice lo scrittore e viaggiatore Nicolas Bouvier : ” Non si viaggia per addobbarsi d’esotismo e di aneddoti come un albero di Natale, ma perché la strada ci spiumi, ci strigli, ci prosciughi”. 

 

Tu come parti?

 

 

 

 

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