Francesco: in viaggio sei mesi all’anno

 

Francesco, non una semplice storia, non il racconto di un viaggio ma l’estensione di una vita sui territori del mondo.  Forse l’ultimo dei nomadi, viaggia principalmente a piedi. Con lui solo l’essenziale, chiede ospitalità dove non ci sono alloggi e non usa nessun supporto per la memoria: non fotografa, non scrive. “Trattengono tutto le mie mani, i miei piedi” dice. 45 anni originario di Mantova, realizza il sogno di molti: viaggiare sei mesi all’anno!

 

Francesco - Argentina

Francesco – Argentina

1)  A CHE ETA’ HAI INIZIATO A VIAGGIARE E COME E’ INIZIATO IL TUO PERCORSO DI VIAGGIATORE?

Ho iniziato a 27 anni,  muovendomi gradualmente, facendo brevi viaggi di un mese da solo in paesi come Egitto, Tunisia, Yemen, Perù, India. Contemporaneamente ho sperimentato i viaggi in montagna, prima l’Appennino poi le Alpi, seguendo, in entrambi i tipi di spostamento, un movimento spaziale e circolare, coprendo prima un certo spazio e poi ampliandolo. Lentamente i tempi si sono allungati, l’ intensità del viaggio è aumentata visitando zone sempre più remote e insieme ad essa è cresciuta la consapevolezza di voler stare in mezzo alla natura. Il viaggio a piedi, dotato di cartine poco dettagliate in zone dove non sapevo quello che avrei trovato è diventato quindi il mio modo di spostarmi. Lontano dai sentieri segnalati, l’incontro con gli animali, la ricerca dell’acqua o di un luogo in cui accamparmi. Anche il camminare è stato graduale, all’inizio coprivo distanze di 200/300 km poi sono arrivato a farne 3000. Cile e Bolivia sono stati i primi due posti in cui ho dedicato la maggior parte del tempo al camminare in luoghi deserti. Quel viaggio è stato un passaggio cruciale per cambiare il mio modo di spostarmi.

 

2)  QUALI SONO I PAESI CHE HAI VISITATO?

In totale sono stato in 65 paesi. Ho visto tutta l’Europa, Il Nord-Africa, 15 paesi sub-sahariani, tutto il Medio Oriente, l’Australia, l’Asia Centrale, la Cina e il sud del Sud America.

 

3) IN CHE MODO RIESCI A VIVERE LAVORANDO SOLO 4/5 MESI L’ANNO E PASSANDO I RIMANENTI IN VIAGGIO?

Quando sono a casa faccio qualsiasi lavoro di tipo manuale; fortunatamente, col tempo, sono riuscito a creare un circuito di persone che mi conoscono e che mi danno l’opportunità di lavorare ogni volta che torno da un viaggio. Quando sono all’estero, invece, non lavoro mai. Parto dal concetto base di non associare mai le forme espressive di sè, nel mio caso il viaggio, con l’opportunità di guadagnare. L’utile corrompe, modifica e ci distoglie dal nostro reale modo di essere. Voglio la libertà di viaggiare e di vivere senza dover pensare ” mi conviene o non mi conviene?”.

4) MEDIAMENTE QUANTI KILOMETRI PERCORRI AL GIORNO CAMMINANDO?

In media 25/30 però anche in questo caso dipende dal luogo, se la strada è pianeggiante posso arrivare a farne anche 40/45, se invece sono in montagna 15/20 al massimo.

Francesco - India

Francesco – India

 

5) QUANTI PAESI RIESCI A VEDERE ALL’INTERNO DI UN UNICO VIAGGIO?

Preferisco vederne pochi però molto dipende dall’estensione del territorio in cui mi trovo. Se viaggio in Australia o in Cina mi limito ad un unico paese, ci sono però zone dell’Africa tipo Senegal,Guinea, Sierra Leone, Ghana in cui si possono fare 2000 km a piedi e coprire 5/6 stati diversi ma culturalmente molto simili.

 

6)  COME ARRIVI ALLA DECISIONE DI VISITARE UN LUOGO PIUTTOSTO CHE UN ALTRO?

La decisione nasce sostanzialmente a caso, non ho programmi prestabiliti. Inizio a pensare a diversi luoghi poi se devo acquistare un biglietto aereo ad un prezzo conveniente mi muovo per tempo ma la decisione ultima avviene sempre una settimana prima dell’acquisto. La scelta dipende dal tipo di taglio che voglio dare al viaggio, se ho dentro la forza e la volontà necessari per affrontare un lungo viaggio a piedi oppure se sento maggiormente il desiderio di un viaggio meno estremo. Non sempre si può cambiare tipo di viaggio mentre ci sei dentro, dipende dai luoghi. Quando si sceglie o si è in viaggio bisognerebbe anche riuscire a creare quelle condizioni di silenzio e sensibilità che ti permettano di sentire l’ispirazione, le coincidenze.

 

7)  COME TI ORGANIZZI PER I PERNOTTAMENTI?

Quando sono in mezzo alla natura dormo sempre in tenda, se invece arrivo in luoghi abitati  scelgo sempre le sistemazioni più economiche: ostelli, alberghetti e guesthouse. Penso che in viaggio ci si debba muovere come si muovono gli abitanti locali, usare le loro strutture, le loro abitazioni. A volte arrivo in piccolissimi paesi in cui non si trovano ostelli nè tantomeno guesthouse, allora mi organizzo per chiedere ospitalità a qualcuno. Cerco di capire chi potrebbe ospitarmi.

 

 8)  VIAGGIANDO PER LUNGHI PERIODI, COM’E’ IL TUO ZAINO?

Dipende dal tipo di viaggio, lo zaino con l’occorrente per stare, per esempio un mese in montagna pesa 17 chili più il cibo per la prima settimana che sono altri 6 o 7. Se invece vado in luoghi desertici devo portarmi anche una scorta d’acqua per i primi giorni e possono essere altri 15. Lo zaino è comunque una prova dura quando si cammina, bisogna essere allenati ed avere un corpo che ti segue.

Tasmania - Foto Pete Wyllie

Tasmania – Foto Pete Wyllie

 

9) TRATTANDOSI DI LUNGHE PERMANENZE ALL’ESTERO, COME MANTIENI I CONTATTI CON L’ITALIA?

Fino a 2/3 anni fa ero abbastanza intransigente: partivo e non avevo contatti con nessuno per tutta la durata del viaggio. Adesso comunico via mail o telefonando soprattutto nei periodi in cui devo accordarmi con la mia compagna perché mi raggiunga nel mese che coincide con le sue ferie.

 

10)  QUAL E’ IL SIGNIFICATO CHE DAI ALLA PAROLA VIAGGIARE?

Vivere. Viaggiare non è una condizione straordinaria nella vita dell’essere umano. Anzi dovrebbe essere una condizione indispensabile per la sua vita e il suo sviluppo. Non sarebbe necessario nemmeno andare dall’altra parte del mondo o fare esperienze estreme, si può restare anche nel proprio paese d’origine. Viaggiare è un modo di vivere, è mettersi in gioco, è imparare, provare, non avere schemi precostituiti. Viaggiare significa mettere in discussione le nostre formazioni mentali e culturali, il senso del tempo inteso come spazio da riempire il più possibile. Per fare questo occorre crearsi delle condizioni esterne che permettano di sperimentare la diversità, la pazienza. Stare sul ciglio di una strada deserta per giorni aspettando un mezzo che ti dia un passaggio, per esempio, aiuta ad accettare condizioni che non ci appartengono ma che in quel determinato momento dobbiamo fare nostre per procedere.

 

11)  ESISTE UN LUOGO IN CUI POTRESTI FERMARTI PER SEMPRE?

Da italiano credo che il posto migliore per vivere sia l’Italia ma se dovessi decidere per un altro paese credo sceglierei il Sud America, Argentina o Cile: spazi immensi e poca gente. La cultura locale assomiglia un pò alla nostra, la stessa allegria, la stessa voglia di vivere.

 

12)  HAI CITATO IL SUD AMERICA: COME CONSIGLIERESTI DI VISITARLO?

Direi in modo casuale. Arrivi sul luogo e vedi cosa c’è: forse passa un camion o  una corriera, forse non passa nulla e allora ti avvii a piedi. In Patagonia ci sono luoghi naturali bellissimi, ho fatto il giro a piedi della Isola Grande e la consiglio a chi volesse vedere un luogo ancora incontaminato anche se bisogna essere preparati a non vedere o incontrare nessuno anche per 8-10 giorni. Boscaglie da attraversare, fiumi da guadare, scogliere, animali: sei tu e la natura.

 

13) COME TRATTIENI QUELLO CHE VEDI DURANTE I TUOI SPOSTAMENTI? FOTOGRAFI, SCRIVI?

Uso gli strumenti che mi ha dato la natura. I miei piedi e le mia mani ricordano tutto. Le foto che ho me le hanno scattate altri viaggiatori che ho incontrato.

 

14)  ESISTE UNA FIGURA NEL PANORAMA DEI VIAGGIATORI ITALIANI E NON A CUI TI SEI ISPIRATO?

Apprezzo molto Walter Bonatti, prima alpinista poi viaggiatore estremo, ho letto alcuni dei suoi libri ma non cerco di emularlo. In realtà, personalmente, mi rifaccio ai nomadi di una volta che partivano dall’Africa a piedi e lentamente coprivano lunghe distanze nello spazio di una vita mantenendo comunque momenti di sedentarietà alternati a quelli in movimento. Anche quando sono nei periodi stanziali c’è sempre la possibilità di pensare ” domani posso partire”.

 

Tasmania - Foto Pete Wyllie

Tasmania – Foto Pete Wyllie

15)  UNA DOMANDA CHE FACCIO A TUTTI I VIAGGIATORI CHE INTERVISTO: ESISTE, SECONDO TE, UN MODO NON TURISTICO PER VISITARE UNA LOCALITA’ TURISTICA?

Credo che ogni cosa che facciamo sia espressione di noi stessi, posso trovarmi a Luxor, intesa come meta estremamente turistica,o impegnato a scalare l’Everest ed essere ingabbiato in determinati pensieri, atteggiamenti o necessità oppure trovarmi negli stessi luoghi ed essere libero. Posso visitare Luxor come la visitano tutti, compro il biglietto d’ingresso e vedo quello che c’è da vedere però me ne vado a dormire in tenda su una collinetta sperduta ad un chilometro da lì. Poi guardo il tramonto, l’alba e Luxor dall’alto. Oppure posso arrivarci in autostop o farmi ospitare da qualche locale. Le possibilità, volendo, sono infinite. In viaggio come a casa.

 

16) COME FINISCE DI SOLITO UN TUO VIAGGIO? QUANDO CAPISCI CHE E’ TEMPO DI TORNARE?

Solitamente quando compro un biglietto aereo definisco la data di andata lasciando aperto il ritorno, poi il viaggio può finire per diversi motivi: posso capire che l’esperienza che sto vivendo mi ha già dato tutto quello che poteva oppure, banalmente, finisco i soldi e sono costretto a rientrare.

 

17) SE QUALCUNO TI CHIEDESSE COSA ‘FAI NELLA VITA’, COSA RISPONDERESTI?

Direi che faccio il viaggiatore, il più possibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4 Comments

Rispondi a alessandro Cancel

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap