Se ti pagassero per scrivere una guida di viaggio andresti dove sono già passati altri o cercheresti nuove vie, nuovi punti di interesse, nuove strutture dove alloggiare e mangiare? Crederesti nella possibilità di trovare e raccontare luoghi che fossero il frutto di una tua personale esplorazione del pezzo di mondo che sei andato a vedere?
Diventare viaggiatori, in fondo, non è altro che questo.
Quando partiamo possiamo scegliere, il viaggio è nostro, nessuno può dire cosa sia giusto o sbagliato. Spesso si viaggia senza accorgersi che ripercorriamo percorsi di altri e che quando arriviamo a destinazione ci troviamo di fronte ad una conferma: quello che abbiamo visto e studiato su libri e guide è lì che ci aspetta, poco diverso da come lo abbiamo immaginato.
Ma la scoperta, dov’è?
Forse nelle strade di cui poco sappiamo.
VIAGGIARE COME SCRITTORI DI GUIDE, NON COME LETTORI
1- DECIDERE LA PROPRIA META IN AUTONOMIA
Non curarsi delle mode, anzi. Molte località ‘passate di moda’ mantengono intatto tutto il loro fascino e la loro bellezza pur non essendo invase da flussi turistici. Inoltre, fuori dal boom turistico, è possibile che diventino mete economiche. Osare senza esitazione.
2- FANTASIA E IMMAGINAZIONE PER TROVARE NUOVE METE E DIVERSI MODI PER RAGGIUNGERLE
Il mondo è grande. 46.000 km per fare il giro completo: perché andare tutti negli stessi luoghi e con gli stessi mezzi? Posso raggiungere l’Africa via terra? Si, attraversando Francia e Spagna: 2 giorni di viaggio e sono in Marocco. Se non prendo l’aereo cosa resta? Camminare, pedalare, navi, treni, battelli, pullman. Le possibilità, volendo, sono infinite.
3- IMPARARE A PERDERSI
Si è naturalmente portati a pensare ai buoni motivi per cui non sia opportuno perdersi, in qualche modo si mantiene il controllo della situazione. E se, in tema di viaggi ed esplorazioni, ci fossero dei vantaggi nell’imparare a perdersi volontariamente? Se per trovare nuove strade fosse necessario perdere di vista quelle note? Senza una cartina dettagliata in mano ogni luogo del mondo diventa un luogo da scoprire e la capacità di perdersi un’abilità aggiunta al nostro curriculum di viaggiatori.
4- ESSERE ‘LOCALI’
Viaggiare per incontrare altri viaggiatori non è sufficiente. La vera miniera di informazioni e di esperienze sta nell’avvicinare le genti locali. Mangiare come loro, dormire nelle loro strutture, muoversi con i loro mezzi. Adottare per un pò i loro ritmi, le loro abitudini, la loro cultura. Sottrarsi al circuito turistico e trovare il modo e il tempo per entrare nella vita comune. Mercati, matrimoni, feste popolari. Farsi degli amici, lasciare un buon ricordo.
5- DEDICARE TEMPO
Per conoscere un luogo occorre approfondire. Meglio vedere meno ma capire di più. Seguire itinerari e programmi a ritmi serrati assomiglia troppo alla routine quotidiana da cui prendiamo le distanze proprio quando ci mettiamo in viaggio. Uscire dalle certezze del tempo organizzato e scoprire come si vive ad altre latitudini.
6- SGUARDO NEUTRO
Avere uno sguardo neutro significa uscire per un pò dalla propria cultura e accettare i valori di un’altra a noi estranea. Non è un passaggio sempre facile, significa mettere in discussione sé stessi ed il proprio paese di provenienza. Significa accettare ‘l’altro’ in quanto tale, fuori dagli schemi del ‘giusto o sbagliato’. Viaggiare, come dice Mark Twain, ‘è fatale al pregiudizio, al bigottismo e alla ristrettezza mentale’.
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