Michael Petrolini: 4 mesi in Giappone grazie ai miei capelli

Michael Petrolini è di Parma e ha 24 anni. Tre anni fa ha deciso di mollare gli studi e girare il mondo. Partito inizialmente con l’idea di stare via un solo mese, non ha mai smesso di viaggiare. Un modo in cui ha finanziato uno dei suoi lunghi viaggi? Farsi toccare i capelli.

Michael Petrolini

Ciao Michael, qual è il tuo curriculum di viaggiatore?
Penso di essere sempre stato un viaggiatore, anche se all’inizio non me ne rendevo conto. Anche nella mia città non stavo mai fermo, andavo sempre alla ricerca di avventure. Diciamo che però il vero inizio è stato quando, all’età di 17 anni, ho potuto vivere per sei mesi in Nuova Zelanda attraverso uno scambio interculturale. Questo mi ha permesso di conoscere della gente che mi ha aperto un mondo, facendomi capire che avrei voluto conoscere altre persone così. Una volta tornato a casa avrei dovuto finire gli studi, ma mi ero promesso che avrei anche lavorato per poter guadagnare qualche spiccio per viaggiare. Da li ad ora ho viaggiato gran parte dell’Europa, Australia (dove ho lavorato per quasi un anno), America (in particolare modo la West Coast) e Asia (Giappone, Indonesia, Taiwan, Vietnam, Cambogia).

L’anno scorso hai finanziato un viaggio in Giappone e Taiwan di 4 mesi facendoti toccare i capelli: com’è nata l’idea?
L’idea è nata quando ero in Australia. Essendo stato fidanzato per quasi due anni con una ragazza taiwanese, sono entrato molto a contatto con gente proveniente da Taiwan. Lei e i miei amici, non facevano altro che “sfottermi” per i miei strambi capelli (ho origini africane quindi ho il tipico capello afro). I miei soprannomi erano:  Mr Broccoli, Mr Noodles, Testa D’ananas, Mr Microfono. Oltre a sfottermi però, mi usavano anche da anti-stress continuando a sprofondare le loro mani nei miei capelli cotonati e di buffo aspetto. Un giorno la mia ex-fidanzata mi disse: ‘pagherei per poterti toccare i capelli tutto il giorno’. Ed ecco l’illuminazione! Ho voluto sfruttare una differenza somatica per dimostrare quanto sia grande la diversità etnica e dimostrare di come una semplice caratteristica fisica possa essere usata per averne un guadagno. 


Quanto tempo è passato dall’idea alla realizzazione?
Circa 7 mesi, perché non sarei riuscito ad andare in Taiwan prima. Dovevo finire di lavorare in America per poter pagare il viaggio in Asia. 


Michael Petrolini

Quanto sei riuscito a raccogliere e in quante ore al giorno dedicavi alla raccolta?
In totale ho raccolto 1346 Usd, circa 1200 euro in 4 mesi. In realtà “lavoravo” solamente 2-3 giorni a settimana per un totale di circa 9-10 ore. Dipendeva molto anche dalla città in cui ero, a Tokyo sono riuscito ad arrivare a quasi 80 $ in 4 ore! Diciamo che non avevo un momento preciso in cui andavo a farlo, sceglievo sempre quei momenti in cui non avevo nient’altro da fare.


Ti aspettavi di riscuotere tanto successo?
Assolutamente no!  Inizialmente era partito come uno scherzo, una scommessa con i miei amici che non credevano avrebbe funzionato e soprattutto che l’avrei fatto. Dal primo giorno che ho provato a farlo, ho guadagnato 13 dollari in un’ora. Da li ho iniziato a pensare che avrebbe potuto funzionare.

michael petrolini giappone

In quali località di Giappone e Taiwan hai fatto colletta con i tuoi capelli?
Sono partito da Sapporo, la capitale di Hokkaido, l’isola più a nord del Giappone. La mia idea era quella di attraversare tutta la terra del Sol Levante facendo autostop e couchsurfing, cercando di spendere il meno possibile. Il Giappone è caro, ma se ci si adegua un po’ si riesce a risparmiare davvero tanto! L’ho fatto particolarmente in grandi città, dove sapevo che avrei potuto guadagnare qualcosa. Ho provato quindi a farlo ad Hakodate, Aomori, Hirosaki, Tokyo, Kyoto, Osaka, Nara. Mentre in Taiwan l’ho fatto principalmente a Taipei, Taichung e Kaohsiung.

Michael Petrolini

Quali sono state le reazioni più divertenti?
Ce ne sono state parecchie! A volte venivano gruppi di ragazzi incuriositi e divertiti dall’idea, mi abbracciavano e scherzavano con me. Una delle più particolari è stata comunque una bambina che mi toccava i capelli e poi scappava ridendo, per poi tornare e ripetersi. L’avrà fatto almeno 20 volte, ma grazie a lei ho attirato la curiosità di molti passanti. Naturalmente, lei non l’ho fatta pagare.

Come definiresti il tuo modo di viaggiare?
Non saprei con esattezza. Mi piace viaggiare cercando di conoscere bene la cultura del posto in cui sono, quindi non sto mai meno di un mese dove vado. Cerco di conoscere gente locale e di passare del tempo con loro, evitando le attrazioni più turistiche. Mi piace stare a contatto con la natura e quando posso mi isolo dalla popolazione per poter respirare aria di solitudine e pensare. I miei viaggi devono sempre essere pieni di avventura quindi difficilmente mi tiro indietro.

Hai altre idee per finanziare i tuoi futuri viaggi?
Per ora no, ma sto lavorando in giro per il mondo arrangiandomi sempre come posso. Da poco ho iniziato a lavorare come freelancer, facendo montaggi video per piccole aziende. In questo modo riesco a pagarmi qualche spesa.

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