Italia coast to coast: il cammino in solitaria di Matteo Sala

Matteo Sala è nato a Monza 41 anni fa, da sempre brianzolo per residenza con qualche breve – e poco riuscito – trapianto milanese. Quando non si occupa di selezione del personale e Risorse Umane per grandi società internazionali cammina per boschi e sentieri. Italia coast to coast, 410 km di cammino in solitaria tra il Mar Adriatico e il Mar Tirreno, è la sua ultima impresa.

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Ciao Matteo, qual è la tua storia di viaggiatore e camminatore?
Devo alla mia famiglia l’aver iniziato a camminare in montagna dall’età di 6 anni, in Val d’Aosta. Dal paese brianzolo in cui vivo, posso raggiungere in breve il Parco dell’Adda Nord, il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, il Monte di Brianza e ho quindi modo di camminare quasi ogni giorno; in estate e inverno amo raggiungere i rifugi delle valli lecchesi e bergamasche (anche con le ciaspole ai piedi). Ho percorso il Sentiero del Viandante lungo la sponda est del Lago di Como, antica via commerciale di circa 45 km tra Abbadia Lariana e Colico. Nel maggio 2010, durante il mio primo anno sabbatico, ho percorso da solo e per intero il Cammino francese per Santiago (proseguendo sino a Finisterre); due mesi dopo, ho percorso il Cammino del Nord. Nell’estate 2014, ho percorso il Westweg, sentiero nella Foresta Nera che unisce Pforzheim a Basilea, lungo 285 km. Nel maggio di quest’anno ho percorso il cammino che unisce Adriatico a Tirreno.

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Recentemente hai affrontato in solitaria il cammino ‘Italia coast to coast’: perché hai deciso di partire da solo?
Mi ritrovo in ciò che Pasolini scrisse negli anni Sessanta: «Io avevo voglia di stare da solo, perché soltanto solo, sperduto, muto, a piedi, riesco a riconoscere le cose».
Partire soli per cammini di lunga distanza come questo è la dimensione ideale: permette di assorbire al massimo l’impatto del paesaggio, si trascorrono lunghe ore a confronto con i propri pensieri, i cui spigoli si smussano strada facendo; da soli si catalizzano più facilmente incontri con persone del luogo, si ha modo di raccogliere le idee per scrivere. Naturalmente, è piacevole di tanto in tanto poter incontrare qualcuno strada facendo e poter scegliere di avere più o meno compagnia. Nel mio caso, si è trattato di 18 giorni realmente in solitaria e la condivisione è avvenuta la sera, con alcuni proprietari di bed & breakfast o agriturismo più interessati di altri alla mia esperienza. A Todi, è stato piacevole anche conversare con alcuni cicloturisti di Monaco, cenando insieme sugli antichi scranni del refettorio del Monastero della SS.ma Annunziata.

Quante regioni hai attraversato, in quanti giorni e tappe, e quanti chilometri hai fatto in totale?
Il percorso attraversa quattro regioni (Marche, Umbria, Lazio e Toscana), sviluppandosi in 410 km suddivisi in 18 tappe giornaliere, di una lunghezza media di 23 km.

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Quali sono, durante il percorso, le possibilità per il pernottamento e il rifornimento di cibo?Il percorso è conosciuto da due anni, il numero dei viandanti che lo percorrono è in crescita, ma l’ospitalità che si incontra è tradizionale e orientata ad un turismo di coppia o di famiglia; non è sempre agevole, in alta stagione, trovare un alloggio per una persona, per una sola notte, a un costo che corrisponda alle esigenze “essenziali” del viandante, che viaggia con tutto il necessario nello zaino e non ha pretese di charme.
Bisogna riconoscere che al momento alcune strutture praticano prezzi di leggero favore per i viandanti. In alcuni luoghi (Osimo, Assisi, Todi) si può scegliere di alloggiare presso conventi e monasteri, ma secondo prezzi di mercato. Non esistono per il momento ostelli su modello degli albergues municipali o parrocchiali spagnoli, che stanno nascendo ora sulla Via Francigena. In futuro, un prevedibile aumento del numero dei viandanti potrà portare ad un aumento dell’offerta.

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Italia coast to coast è un tipo di cammino che richiede una quota di allenamento pre-partenza oppure può essere percorso da chiunque?
Senza dubbio non siamo di fronte ad un cammino per principianti: è necessario essersi allenati – nelle settimane o nei mesi precedenti – a camminare per alcune ore al giorno, perché ci si troverà a farlo per 6/8 ore giornaliere, per molti giorni consecutivi, con uno zaino del peso di 8/10 kg. e con condizioni atmosferiche variabili. Soprattutto nei primi giorni, possono emergere stanchezza e dolori che vengono poi assorbiti rapidamente, se ci si trova in buone condizioni generali, si riposa e ci si alimenta correttamente. Durante pressoché tutto il percorso, con rare eccezioni, è indispensabile avere con sé acqua e cibo, visto che non si attraversano centri abitati. Esistono alcuni lunghi tratti esposti al sole, che rendono fondamentale curare l’idratazione e la protezione del capo e della pelle.
Il percorso non ha una segnaletica dedicata: è quindi indispensabile la guida cartacea scritta da Simone Frignani :”ItaliaCoast to Coast”, ed. Terre di Mezzo
La guida è puntuale e non tradisce mai il viandante e l’autore si è rivelato molto disponibile (attraverso il gruppo Facebook) a dialogare per confronti e aggiornamenti su percorso e ospitalità.

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Su che tipo si strade ti sei trovato a camminare e per quante ore al giorno in media?
Il percorso è tracciato in maniera da evitare il più possibile strade asfaltate: si cammina quindi in prevalenza su “strade bianche”, soprattutto ampie sterrate su colline o nei bosco, che diventano a volte veri e propri sentieri di montagna. Non si possono evitare alcuni tratti asfaltati, peraltro con traffico automobilistico veramente scarso.
La mia giornata iniziava alle 8.00 circa, dopo una sostanziosa colazione, e terminava con l’arrivo a fine tappa tra le 15.00 e le 17.00, senza una lunga pausa pranzo, ma con alcune brevi soste per spuntini.

C’è qualcosa che ti ha particolarmente sorpreso?
Non potrò dimenticare alcune “sorprese” che il paesaggio riserva: le vie cave (percorsi scavati nel tufo risalenti a epoca etrusca, tra Sorano, Sovana e Pitigliano, di fatto utilizzate nel trasporto locale con asini fino agli anni Cinquanta) e il Tombolo della Feniglia, riserva forestale di Stato, una meravigliosa pineta a forma di mezzaluna di 6 km che unisce Ansedonia all’Argentario e che rappresenta la fine del cammino, appena prima di arrivare ad Orbetello.

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Qual è stata l’accoglienza degli abitanti locali e che tipo di incontri si fanno durante il cammino?
Ho incontrato ovunque sorrisi e simpatia, nelle occasioni in cui mi è capitato di chiedere indicazioni, preferendo dialogare con gli abitanti locali alle tracce GPS. Molte persone mi hanno offerto di portarmi in auto a visitare centri storici, in un caso mi è stata offerta addirittura l’auto in prestito (!).
Sul percorso ho incontrato altri viandanti solo nella tappa che porta da Bolsena in Toscana, che si sovrappone brevemente alla Via Francigena, in direzione contraria.
Per il resto, ogni giorno incontravo contadini al lavoro e allevatori con greggi. Sono numerosi i cani, posti a guardia del bestiame o delle fattorie, ma in nessun caso rappresentano un pericolo.

Ci sono tappe più impegnative di altre durante il percorso?
Tre tappe, tra San Severino Marche e Assisi, presentano dislivelli decisamente impegnativi. Nella seconda parte, da Bolsena in poi, il percorso si fa decisamente pianeggiante.

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Parlando di costi: qual è la spesa media giornaliera?
Non è facile indicare un costo medio, che varia secondo la stagione turistica: a maggio alloggio e colazione costano dai 30 ai 50 Euro (con prezzi maggiori nelle ultime tappe in Toscana). A questo si aggiunge poi il costo dei pasti, che dipende dalle abitudini di ciascuno.

Una lunghissima serie di passi dal Mare Adriatico al Mar Tirreno: cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Ho scoperto un’Italia nascosta, ricca di meravigliosi e sconosciuti borghi “da presepe” con centri storici perfettamente conservati nell’assenza di flussi turistici che hanno lasciato il segno in città più note. Sono regioni dove pressoché ogni famiglia mantiene l’orgoglio di possedere la terra e dove la produzione casalinga di olio, vino, confetture, formaggi è un’attività ancora diffusa.
Ho assistito ad uno stile di vita davvero lontano dalla frenesia che accompagna l’esistenza personale e professionale di Milano, purtroppo più vicino alla mia storia.

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Ripartirai a piedi?
Molto presto: in Italia, sono attratto dal Cammino di San Benedetto, che porta da Norcia a Montecassino; guardando all’estero, m’interessa molto la Via Cretese, di cui ho già acquistato la guida.
Amo molto questo modo di viaggiare lento, letteralmente a passo d’uomo, dove bisogna dare valore non tanto al raggiungimento della tappa a fine giornata, bensì al tragitto stesso e godere di ciò che si vive strada facendo.

Se vuoi, puoi  seguire Matteo nelle sue avventure a piedi su FB

Oppure puoi leggere: 8 buoni motivi per iniziare a viaggiare a piedi

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