Claudia Moreschi: il sud-est asiatico in solitaria

Claudia Moreschi, nata a Bergamo, laureata in Lingue e Comunicazione, nel 2014 ha abbandonato il suo vecchio e noioso lavoro di ufficio per viaggiare. Dal 2012 ha un blog di viaggi –  Travel Stories – in cui racconta le sue esperienze personali di viaggio. Gli ultimi 4 mesi li ha trascorsi nel sud-est asiatico, dove sta viaggiando in solitaria.

Claudia Moreschi

1- Ciao Claudia, qual è stato il tuo percorso di viaggiatrice prima di arrivare a questo lungo viaggio?

Amo viaggiare da sempre e sono un’anima indipendente. Ho sempre amato le mete non troppo turistiche, i viaggi all’avventura, itineranti (se mi mettete in un villaggio turistico scappo dopo due secondi). Il mio primo grande amore è stato l’Africa nera, che resterà per sempre la meta del mio cuore; nel 2012 ho cominciato a viaggiare in Asia e lì è scoppiato un nuovo amore..

2- Da 4 mesi circa stai viaggiando in solitaria nel sud-est asiatico. Quali paesi hai visitato e perché hai scelto quella parte di mondo?

Sono partita dalla Thailandia quindi mi sono spostata nel Laos del nord, quindi in Vietnam, in Cambogia e da lì sono rientrata in Laos, per dedicarmi questa volta al sud del paese. Quindi di nuovo in Thailandia, questa volta al sud. Ho scelto questa parte di mondo perchè dopo il mio primo viaggio in Cambogia nel 2012 ne sono rimasta letteralmente rapita. Ho voluto tornarci per esplorare il Sud-Est Asiatico con calma, con il cuore, muovendomi solo via terra. Inoltre questo angolo di mondo permette di viaggiare con un budget molto limitato (è tra le zone del mondo in cui il costo della vita è più basso) e in tutta sicurezza, l’ideale per una donna che viaggia sola.

 claudia moreschi

3- Cosa significa, ai fini del viaggio, avere un biglietto di sola andata in tasca?

Significa avere la totale libertà, la possibilità di muoversi con calma, senza l’ansia di dover stare nei tempi o avere scalette e itinerari prestabiliti da rispettare. Pura libertà, la cosa più bella della vita, secondo me.

4- Quali erano, se ce ne erano, le tue paure prima di partire?

Di timori ce n’erano eccome! Il timore era quello di non riuscire a cavarmela in tutte le situazioni, di soffrire di solitudine o di non riuscire a percorrere gli itinerari che avevo in mente.

5- Poi le cose come sono andate?

Appena messo piede in aeroporto ogni timore è svanito e mi sono accorta che quello di partire per più mesi con un biglietto di sola andata era l’idea migliore che potevo avere. Gli itinerari si sono rivelati fattibilissimi, me la sto cavando alla grande in ogni situazione e la solitudine non so proprio cosa sia: ho conosciuto talmente tante persone che non mi sono davvero mai sentita sola. Il mondo è pieno di persone!

6- Con quali mezzi di trasporto ti muovi e come ti organizzi per pernottamenti e pasti?

Mi sposto solo via terra, scegliendo bus locali, barche e treni. Preferisco scegliere di stare stipata con gente, polli e sacchi di riso piuttosto che viaggiare in pullman per turisti. È un vero viaggio nel viaggio! Per pernottamenti e pasti scelgo sempre la soluzione più economica: cibo locale e non ristoranti occidentali (mi concedo solo una pizza al mese!), e alterno tra guesthouse e ostelli.

 claudia moreschi

7- Cosa significa essere donne sole in viaggio? 

A volte si viene solo guardate con un occhio perplesso dai locali perché da queste parti, nel Sud-est asiatico, non esiste proprio che una donna si metta a viaggiare da sola. Questa cosa suscita curiosità e spesso è proprio l’occasione per uno scambio di battute, la scusa giusta per attaccare bottone con la gente che vuole sapere i perché e i per come. Viaggiare significa anche rispettare gli usi locali, a cui le donne devono stare particolarmente attente; quindi evitare ad esempio di andare in giro in shorts e top succinti (come invece molte turiste fanno), anche se fa caldo, coprirsi le spalle quando si entra in un tempio, evitare di fare il bagno in bikini nel fiume o in una cascata quando tutte le guide specifichino di indossare un sarong.

8- Si sta svolgendo tutto secondo le tue aspettative? Meglio? Peggio? 

Si sta svolgendo tutto alla grande, molto meglio di quanto mi aspettassi.

9- Come gestisci la tua solitudine mentre sei in viaggio? 

Come dicevo prima non ho avuto grossi momenti di solitudine fino a questo momento. Il mondo è pieno di gente con cui interagire! Se proprio succede di sentirmi un po’ sola o a corto di passatempi mi dedico a scrivere per il mio blog e a aggiornare i miei canali social.

 claudia moreschi

10- Donne in viaggio, spesso, significa grande bagaglio: il tuo com’è? 

Quello del grande bagaglio non è mai stato un mio problema quindi neanche in questo caso lo è. Dopo i miei diversi viaggi in Africa ho imparato a portare solo capi “mirati” e a puntare all’essenziale. Non è per me un problema dover rinunciare ai trucchi e ai tacchi.

11- Hai incontrato altre viaggiatrici solitarie italiane o di altre nazionalità? 

Su questa risposta ci sarebbe da scrivere un libro: di italiani che viaggiano soli ne ho incontrati pochissimi (solo 3, di cui 1 io), ho incontrato solo un’altra italiana viaggiatrice zaino in spalla. Nei paesi anglosassoni e nel nord Europa è invece una cosa comunissima viaggiare sole e per più mesi. Ho conosciuto ragazze di nemmeno ventanni in viaggio da sole senza un biglietto di ritorno, anche con esperienze di lavoro in Australia e Nuova Zelanda. La cosa è lontana anni luce dalla cultura italiana ed è un peccato. Io personalmente lo renderei obbligatorio, un po’ come era qualche anno fa per il servizio militare, con l’unica differenza che lo renderei obbligatorio sia per donne sia per uomini.

 claudia moreschi

12- Qualcosa che ti ha stupita e qualcosa che ti ha invece delusa.

Mi ha stupita molto la cordialità dei vietnamiti. Mi ha profondamente deluso vedere lo sfruttamento da parte dei cinesi delle risorse naturali del Laos: intere foreste vengono abbattute per essere trasformate in piantagioni di caucciù, fiumi navigabili da sempre vengono interrotti da dighe che stravolgono l’ecosistema naturale.

13- Spesso si pensa che, per una donna, possa essere pericoloso muoversi per il mondo da sola: ti sei mai trovata in situazioni di rischio? 

Come ripeto spesso a chi me lo chiede, l’unica situazione di “rischio” l’ho sperimentata non con gli esseri umani (mai avuto nessun tipo di problema, nessuno mi ha mai infastidita in alcun modo) ma con i cani randagi, a volte non proprio amichevoli e in quelle situazioni mi sono pentita di non aver fatto il vaccino anti-rabbia.

14- Pensi che questo viaggio ti abbia cambiata o ti abbia fatto scoprire cose di te che non sapevi?

Questo viaggio mi ha cambiata per sempre e so già che quando tornerò non sarò più quella “pre-partenza”. Sono venuti fuori i miei punti deboli e i miei punti forti.. diciamo che mi sono finalmente vista per quello che sono realmente.

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15- C’è stato un momento nella tua vita in cui hai capito che saresti diventata una viaggiatrice?

Onestamente no, è stato un disvelamento un po’ alla volta, un’evoluzione naturale. Con il tempo è uscita fuori la mia vera natura e la mia vera anima, perché il nostro modo di viaggiare rispecchia il nostro modo di essere. Con il senno di poi capisco perché soffrivo se venivo messa tutto il giorno su una spiaggia…

16- Partirai ancora sola?

Certo! Ovvio che sì. Sto già pensando alla mia prossima meta. O mete?.

Se vuoi seguire Claudia durante i suoi viaggi:

BLOG:  www.travelstories.it

PAGINA FB: facebook.com/WTravelStories

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