Alessandro Bacci: da Perugia a Pechino in sella a un motorino

Alessandro Bacci, classe ’72 di Perugia, è Ambasciatore Unicef per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Tra le tante avventure che lo hanno visto attraversare il pianeta su due ruote: un lungo viaggio dall’Italia a Pechino, in sella a un motorino, e la nascita di 4 libri.

Alessandro bacci

CIAO ALESSANDRO, A QUANDO RISALE IL TUO PRIMO VIAGGIO IN MOTO E QUALE E’ STATA LA TUA STORIA DI VIAGGIATORE?

Il mio primo viaggio risale al 2003, da neo-patentato e con la mia prima moto, sono arrivato fino in Iraq, ci ho preso gusto e non mi sono più fermato. Questa avventura ha stimolato la mia voglia di conoscere, vedere e cercare di capire il mondo, da qui è iniziata la mia storia di viaggiatore, perché prima di questo momento non avevo dedicato il mio tempo ai viaggi, preso da mille cose della vita dei tutti giorni, non avevo aperto gli occhi, non mi guardavo intorno.

QUALCHE ANNO FA SEI PARTITO DA PERUGIA E HAI RAGGIUNTO PECHINO IN SELLA A UN MOTORINO: COME E’ NATA L’IDEA  E PERCHE’ DIREZIONE CINA? 

L’idea è nata durante il ritorno da Capo Nord, sempre con uno scooter 50, sull’onda dell’entusiasmo per un viaggio tutto divertimento nella facile e tranquilla Europa del Nord, volevo ritornare a percorrere le emozionanti strade asiatiche. La scelta della Cina è arrivata perché ho subito il fascino dei racconti di Marco Polo, e poi non si faceva altro che parlare della “invasione cinese” con i suoi prodotti low- cost, così ho deciso di andare a vedere come era questa Cina, prima che il consumismo la rivoluzionasse. L’ho vista con i miei occhi di viaggiatore, una Cina che nessuna foto potrà mai riprodurre.

Alessandro Bacci

CHE TIPO DI MOTORINO HAI USATO?

La scelta del mezzo è stata prima di tutto dettata da orgoglio nazionale, volevo un prodotto italiano per invadere la Cina alla mia maniera, inoltre il modello scelto scorrazza i postini italiani sulle nostre strade da anni, quindi indice di affidabilità. Il mitico Piaggio Liberty 50cc 4 tempi, che ad oggi ancora mi scorrazza come un quattordicenne nelle gite fuori porta.

QUALI STATI HAI ATTRAVERSATO E QUANTO TEMPO HAI IMPIEGATO PER ARRIVARE IN CINA CON UN 50cc? 

Il tragitto che avrei voluto fare era quello della Via della Seta, ma la situazione bellica del periodo non lo permetteva, quindi l’alternativa era attraversare un pezzo dell’est Europa, per poi attraversare Russia e Mongolia, da li entrare in Cina. La durata del viaggio, di sola andata, è stata di circa 45 giorni, ma se si conteggiano le ore passate in sella, anche 16 tutte di filata, i giorni lievitano. Ma i numeri non contano, perché in certi viaggi il tempo assume un altro valore, le nostre giornate erano dettate dal sole e non dall’orologio.

Alessandro Bacci

QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTA’ MAGGIORI DA SUPERARE PER COMPIERE L’IMPRESA?

La burocrazia su tutto, perché è una di quelle difficoltà che nonostante la tua forza di volontà non si supera, magari si aggira. Il proseguimento del viaggio è spesso nelle mani della persona che appone il timbro sul tuo visto. La fatica invece non si sente, la voglia di arrivare la fa dimenticare, e poi ci sono stati gli imprevisti, anche seri e gravi, ma altrimenti che avventura sarebbe. All’inizio anche a me sembrava un’ impresa, e questa parola la si ritrova anche in altre frasi dell’epoca del viaggio, ma oggi la rivivo diversamente: le imprese nella vita sono altre, per me rimane un’ avventura.

HAI VISSUTO QUESTA ESPERIENZA IN COMPAGNIA DI UN AMICO: QUALI CARATTERISTICHE DEVE AVERE, A TUO PARERE, IL COMPAGNO IDEALE PER UN LUNGO VIAGGIO IN MOTO?

Mai partire con un compagno che non si conosce veramente, a fondo ed in tutte le sue sfaccettature, perché finchè tutto va bene, qualsiasi persona può essere un compagno di viaggio, ma quando qualcosa comincia ad andare storto, l’affiatamento fa la differenza. Il mio compagno di viaggio, Emanuele Cruciani, è anche un collega di lavoro, siamo all’opposto in alcuni lati del nostro carattere, ma queste differenze quando si uniscono diventano una forza, colmando le lacune di entrambi. Con lui ho affrontato, anche in altri viaggi difficoltosi, situazioni che vissute da soli possono essere traumatiche. Con lui un’ avventura da ricordare, e nonostante i giorni ed i chilometri passati insieme, non mi ricordo un litigio: una coppia da nozze d’oro.

Alessandro Bacci

HAI FATTO ANCHE VIAGGI IN SOLITARIA?

Il primo da neo-patentato, poi da soli non si è mai, la strada ti fa conoscere tanta gente, basta aprire il cuore e andare oltre ai pregiudizi occidentali.

LA MOTO COME MEZZO IDEALE PER SCOPRIRE IL MONDO: TI SPOSTI ANCHE IN ALTRO MODO?

Secondo me non esiste un modo ideale per viaggiare, ognuno ha il suo preferito, che poi con il passare del tempo può cambiare, perché se sei un viaggiatore le esperienze ti cambiano, e tu con loro. Non soffermandomi sul “modo” con cui partire li sto provando tutti, solo dopo posso giudicare, e magari trovare quello più adatto a me.

Alessandro Bacci

DALLE TUE ESPERIENZE DI VIAGGIO SONO NATI 4 LIBRI: CI RACCONTI?

Raccontare il contenuto di 4 libri in poche righe è difficile, ma i titoli mi vengono in aiuto, lasciando intuire il contenuto. Il primo, ‘L’importante è partire‘, racconta di come ho cominciato, senza essere mai uscito dall’Italia, senza parlare una lingua, sono saltato in sella e via verso Est, perché l’importante è partire, poi la strada sarà maestra. Il secondo, ‘Perugia Pechino in motorino’, e tra le righe di questa intervista avete capito la trama. Il terzo, ‘Terra Santa motocrociata per la pace’, racconta il nostro pellegrinaggio verso la terra da sempre contesa. La scusa di questo viaggio fu la marcia della pace, di solito si svolge nella mia città, Perugia, e termina ad Assisi. Nel 2009 fu internazionale, come dei tedofori abbiamo portato la bandiera che dà il via alla marcia a Betlemme: una crociata, ma questa volta di pace. Il quarto, ‘Pas de probléme’, un detto africano che riassume anche il mio modo di affrontare le situazioni, un detto che mi ha accompagnato lungo tutta la striscia del Sahel, dove ho lavorato ad uno dei tanti progetti umanitari (sempre in con il mio fidato compagno) che ho seguito, perché mi piace vedere che fine fanno i soldi, ed anche questa è una scusa per partire. L’epilogo delle “primavere arabe”, la guerra della Libia che ci travolge ed il nostro rientro forzato sono altri elementi della storia.

IL TUO MOTTO E’, DA SEMPRE, “L’IMPORTANTE E’ PARTIRE” : QUALE SARA’ LA META DELLA TUA PROSSIMA AVVENTURA?

Questa domanda me la pongono spesso, e la risposta sarà sempre la stessa: per me la meta non esiste, perché è più importante il viaggio, ed ogni viaggio è un’ avventura, sta solo a noi viverla.

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